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I SANNITI - Prefazione alla storia dei Sanniti e del Sannio - Davide Monaco
SANNITI
 
 
PREFAZIONE

- Bello non abstinebant: adeo ne infeliciter quidem defensae
libertatis taedebat et vinci quam non temptare victoriam malebant. -

Non fuggivano la guerra: erano così lontani dallo stancarsi di una difesa anche senza successo della
loro libertà, che preferivano essere sopraffatti piuttosto che rinunciare a battersi per la vittoria.
(Livio, X, 31.14)

 
La storia dei Sanniti, dopo più di duemila anni, continua ad affascinare chiunque tenti di penetrare quelle vicende che, intorno agli ultimi secoli prima della venuta di Cristo, hanno influenzato la crescita di gran parte delle popolazioni italiche. In quel periodo tanti e tali furono gli avvenimenti che il destino ha dovuto, per la volontà di quegli antichi uomini, cambiare più volte la strada già tracciata.
La loro storia si interseca con quella di altri popoli, come gli Etruschi, i Greci, i Celti e, quasi in un continuo conflitto, con i Romani. Erano le genti più caparbie e dal temperamento più risoluto fra tutte le popolazioni della penisola, coloro ai quali, più di ogni altra cosa, era sacra la libertà e che hanno combattuto strenuamente per difenderla.
L'interesse che suscitano oggi le loro vicende è dettato anche dalla curiosità di ricostruire gli ancora molti e oscuri avvenimenti che compongono la loro storia. Di questo popolo, che ha cercato di liberarsi più volte dal giogo di coloro che, da lì a pochi secoli, avrebbero sovrastato il mondo intero allora conosciuto, non rimangono che poche vestigia e testimonianze storiche alquanto scarne. Eppure è stato un popolo fiero e indomito che ha impresso, per decine di lustri, l'impronta della propria civiltà sulle terre che dal Gran Sasso arrivavano fin giù alle aree della Magna Grecia.
I Sanniti e i Romani sono cresciuti insieme combattendosi e alleandosi per l'egemonia di quella parte d'Italia che, agli inizi del IV secolo a.C., rappresentava l'espansione naturale per ambedue i popoli: le fertili terre a sud del fiume Liri, dal Volturno fin oltre il Sarno. Quale sia stato il fattore, umano o fortuito, che ha permesso agli uni di sovrastare gli altri, è difficile da conoscere. La storia di Roma, che da sempre ci è stata insegnata, si basa su di un crescendo epico costruito dal lavoro di annalisti e storici, molti asserviti al suo potere, il cui solo interesse era celebrare la grandezza dell'Impero, le sue grandi battaglie e lo sforzo proteso dai grandi dell'Urbe per arrivare a sovrastare tutti gli altri popoli. Ma di questi popoli soggiogati, delle loro vicende, delle loro idee politiche o religiose, ci è pervenuto poco o nulla. Roma sopra a tutto.
Dionigi d'Alicarnasso, Tolomeo, Fabio Pittore, Plinio il Vecchio, Strabone, Mela, Velleio Patercolo, Appiano, Diodoro Siculo e in particolar modo Tito Livio, sono tra gli annalisti, i geografi e i naturalisti che nelle loro opere hanno scritto sul Sannio e i Sanniti. Ma in questi antichi testi i Sanniti sono spesso descritti in modo superficiale oppure confuso e molte volte non veritiero.
  Cliccare per vedere le pagine dedicate
Elmo da Lavello - IV Sec. a.C.
Melfi - Museo Archeologico Nazionale.
 
Ancora oggi alcuni passi di Livio, come di Strabone e addirittura di Paolo Diacono, sono di difficile interpretazione e generano confusione persino in coloro che vogliono ricostruire almeno solo l'assetto geografico del Sannio.
Negli ultimi tempi l'impegno della Soprintendenza Archeologica, con nuovi scavi e ricognizioni ed il conseguente studio dei reperti ritrovati, ha permesso una nuova e diversa ricostruzione dell'antica società sannitica, mettendo un pò d'ordine nella storia del nostro popolo.


Cliccare per leggere il racconto della vicenda

Charles Gleyre - Les Romans passant sous le joug - 1858 Olio su tela.
Tra le rappresentazioni più sfarzose che raccontano le vicende
delle Forche Caudine durante la Seconda Guerra Sannitica.



Attualmente per conoscere il patrimonio etnico-culturale lasciatoci dai Sanniti, in maniera soddisfacente, bisogna fare il giro dei musei di almeno quattro regioni: Abruzzo, Molise, Lazio e Campania. Questi sono i territori dove vissero (ciò attesta anche come grande sia stata l'influenza dei loro usi e costumi sui popoli italici) e, non potendo costituire, per evidenti contrasti geografici e politici, un unico luogo museale dove conservare le vestigia di questo antico popolo, bisogna rassegnarsi a peregrinare da una città all'altra quantomeno per osservarne i reperti archeologici che ciascun luogo conserva e che più di ogni scritto testimoniano l'importanza che i Sanniti ebbero nella storia della nostra penisola. Basti pensare che furono i primi ad utilizzare il nome "ITALIA", all'epoca per indicare quei territori, dal Tirreno all'Adriatico, uniti per combattere l'egemonia di Roma.
Questo sito Internet vuole essere una vetrina sull'antico mondo dei Sanniti, un contributo alla conoscenza di un fiero popolo italico, raccontandone le origini e le vicende storiche attraverso un testo, molto semplice e scevro da parole artificiose tipiche delle descrizioni tecniche, corredato da una serie di illustrazioni di reperti archeologici provenienti da tutto il territorio che un tempo formava l'antico Sannio, in modo da fornirne un quadro continuativo della reale situazione (molti dei reperti illustrati non li troverete da nessuna altra parte). Sono presenti testimonianze archeologiche di tutte le comunità sannite, dei Pentri, dei Caudini, dei Carricini, degli Irpini, dei Frentani e anche dei Lucani e dei Campani.
Il sito Internet prende spunto dai documenti e dalle ricerche sia storiche che archeologiche pubblicate sull'argomento negli ultimi anni, affidandosi alle opere classiche e illustrando nel miglior modo possibile, tramite immagini prelevate dall'archivio personale dell'autore, i vari luoghi e reperti citati e descritti nello svolgersi della narrazione.

Cavaliere sannita.
Particolare pittura tombale.
Paestum - IV secolo a.C.
 
Inoltre molti sono i testi consultati, sui quali vengono basate le descrizioni e i resoconti attinenti l'epopea sannita, ed elencati in una bibliografia che potremmo definire "classica", nel senso che racchiude tutti i testi che, maggiormente nell'ultimo secolo, sono stati pubblicati sull'argomento. Pochi, purtroppo, sono gli ultimissimi studi che abbiamo potuto consultare, anche perchè esistono difficoltà oggettive per uno studioso nel trovare un editore disponibile a pubblicare un lavoro che, di solito, viene posizionato in un mercato di nicchia.
Ecco perchè molti sono i contributi esterni che supportano lo sviluppo di questo sito multimediale, proprio per facilitare la divulgazione di nuovi studi e lavori nella comunità scientifica, nonchè ipotesi e
interpretazioni che non si allineano con gli stereotipi della "storia ufficiale" ma scaturiscono da un diverso modo di pensare e intendere l'archeologia. Di conseguenza molte e diverse sono le fonti di riferimento che, quando non vengono citate in fondo ad ogni pagina, si intendono comprese nella bibliografia generale elencata nella sezione apposita.
Man mano che si aggiornano e si ampliano gli argomenti, a volte capita di trovarsi di fronte a fatti nuovi e non facilmente spiegabili. Tra questi, i rapporti che esistevano tra i Sanniti e le popolazioni celtiche, che alcune testimonianze archeologiche sembrano attestare molto più frequenti e assidui rispetto a quanto tramandato dagli storici classici. Altre sono le testimonianze che non trovano un immediato riscontro storico e che sono di difficile collocazione sia temporale che logica. Navigando in questo sito ve ne renderete conto.
Inoltre in questa scheda, Metodi Cronologici.pdf, troverete un breve testo per approfondire la metodologia utilizzata per misurare il "tempo storico", tanto per non fare confusione.
Vorremmo spezzare una lancia, casomai una "saunia", a favore di coloro che custodiscono in casa reperti archeologici trovati casualmente. Queste persone forse non conoscono del tutto il valore dei reperti in loro possesso e non vogliono disfarsene e cederli alle autorità competenti per la paura di imbattersi nelle sanzioni legislative oppure per il timore che, una volta consegnati, non potranno più rivederli. Questo sito è a loro disposizione per agevolarli e aiutarli a rendere pubblico il loro tesoro, a far si che tutti possano beneficiare della conoscenza di antichi reperti che, in altro modo, sarebbero andati persi. Manterremo il loro anonimato e se vogliono, li aiuteremo a consegnare i reperti alle autorità competenti. Le leggi italiane tutelano e premiano coloro che contribuiscono a preservare il patrimonio storico e culturale della penisola.

Quindi buona navigazione, ricordandovi che in fondo ad ogni pagina vi sono i pulsanti di navigazione, ovvero un "disco-corazza" sannita tra due gladi romani. Premendo con la freccetta video del mouse sul gladio di sinistra si accede alla pagina precedente, premendo sul gladio di destra si accede alla pagina successiva. Premendo sul "disco-corazza" si torna sempre alla pagina principale o Home Page.





Alcune immagini di reperti archeologici hanno un testo alternativo che si attiva al passaggio della freccetta video del mouse su di esse. Basta posizionarci sopra il mouse e attendere un attimo. Una scritta in campo bianco apparirà sull'immagine per scomparire pochi secondi dopo. Questo testo alternativo è presente in particolar modo in quelle immagini che non hanno didascalie.
Passando sopra, con la freccetta video, ad alcune scritte, titoli od immagini, noterete che il simbolo del mouse da freccia si trasforma in una manina. Ciò significa che quella scritta, quel titolo o quell'immagine sono ipertestuali; premendoci su vi condurranno ad altre pagine oppure, se sono immagini, vi permetteranno di ingrandire notevolmente il soggetto per vederne tutti i particolari. Nel sito sono presenti anche alcune schede di approfondimento su taluni argomenti. Sono contrassegnate con il simbolino di Word, essendo state create con questo sistema di scrittura. Le potete scaricare, stampare o conservare.
Infine non dimenticate di dare sempre un'occhiata alla sezione "Aggiornamenti, Studi e Ricerche" accessibile dalla Home Page. Sono presenti diversi articoli da leggere e molte novità nel campo della ricerca archeologica.
Buona lettura.



Per chi volesse contattare l'autore,
ecco l'indirizzo di
posta elettronica (E-Mail):

davide.monaco@tin.it

 

 

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